Descrizione e Applicazioni
I sistemi di spegnimento a Polvere sono costituiti da una riserva di polvere chimica, del tutto simile a quella che viene utilizzata negli estintori d’incendio. La polvere agisce principalmente bloccando la catena di reazione della fiamma, ma all’estinzione contribuisce anche il gas inerte che accompagna la polvere, perché riduce la concentrazione dell’ossigeno nella zona di reazione.
Le applicazioni principali sono, a livello di infiammabili e combustibili di classe B. Tipica la protezione in ambienti che trattano combustibili liquidi, specie se caldi, e dove una protezione localizzata a CO2 rappresenterebbe uno shock termico eccessivo.
Per i metalli combustibili i sistemi di spegnimento a polvere risultano l’unica soluzione applicabile. Altro esempio di applicazione particolare di questi impianti sono per la protezione delle grosse friggitrici impiegate nelle cucine industriali, delle comunitá, delle navi e delle piattaforme petrolifere.
In via generale poiché l’azione estinguente della polvere non é permanente, ma é limitata al momento dell’erogazione, gli impianti a polvere sono idonei per proteggere da quegli incendi che possono essere spenti immediatamente. La progettazione delle tubazioni degli impianti a polvere é un compito impegnativo, che comprende l’adozione di particolari accorgimenti per evitare che la polvere si depositi lungo il percorso e per ottenere l’erogazione di un getto continuo ed uniforme.
Gli impianti di spegnimento a polvere si possono distinguere in sistemi a scarica diretta, nei quali in pratica il serbatoio di contenimento é direttamente collegato alla rete di tubazioni, e basta la semplice pressurizzazione dello stesso per causarne la fuoriuscita, e sistemi a polvere a smistamento dove il serbatoio é collegato ad un collettore dal quale si dipartono varie linee di alimentazione a sistemi diversi che quindi operano col criterio delle valvole di smistamento.
Essi sono costituiti nel dettaglio dai seguenti componenti:
- Un recipiente a pressione di forma cilindrica o sferica contenente la polvere chimica che viene messo in pressione al momento dell’uso mediante un gas propellente, di regola azoto;
- Un gruppo di bombole di azoto ad alta pressione, munito di dispositivi di riduzione e regolazione della pressione del gas propellente al serbatoio;
- Un dispositivo automatico e/o manuale di apertura rapida delle bombole;
- Una valvola automatica che consente l’erogazione della polvere solo dopo che il recipiente ha raggiunto la pressione di esercizio prevista;
- Tubazioni della polvere fluidificata;
- Ugelli e coni erogatori per gli impianti con punti di erogazione fissi;
- Manichette e pistole di erogazione e monitori per gli impianti con punti di erogazione mobili (naspo);
- Tubazioni per il lavaggio con azoto delle tubazioni della polvere a fine erogazione.
L’azoto proveniente dal riduttore di pressione delle bombole, viene immesso nel recipiente a pressione per mezzo di un pescante, che distribuisce il gas nella polvere facendo sí che essa venga smossa e fluidificata. L’erogazione puó avvenire solo dopo che la messa in pressione del serbatoio altrimenti la miscela intima polvere – azoto che si é formata perde le sue caratteristiche di fluiditá, per cui l’erogazione diventa impossibile.
Il sistema puó essere azionato da un apposito sistema di rivelazione d’incendio o attuato manualmente in caso di bisogno. Il rapido abbattimento delle fiamme che si ottiene con la polvere, la sua mancanza di tossicitá e la non conducibilitá elettrica hanno favorito l’impiego di questi sistemi in installazioni industriali e negli automezzi antincendio. Il principale ostacolo alla sua diffusione e che, si presta all’impiego principalmente in ambienti confinati, all’interno dei quali si realizzano peró condizioni non sopportabili dagli occupanti. Inoltre si causa un forte sporcamento da polvere.
Una seconda suddivisione degli impianti a polvere chimica é quella tra impianti a saturazione totale e impianti ad applicazione locale.
Impianti a polvere chimica a saturazione totale
Gli impianti a polvere chimica a saturazione totale sono impiegati solo per ambienti stagni o che vengono resi tali dall’intervento di dispositivi automatici di chiusura delle aperture. La quantitá di polvere necessaria puó essere determinata moltiplicando il volume netto del vano in m³ per 0,616. Poiché non ha effetto se applicata troppo lentamente, é di grande importanza stabilire una portata minima (Kg./s) che é possibile determinare moltiplicando per 0,0020 il volume netto dell’ambiente, espresso in m³. Il buon funzionamento e l’efficienza nella estinzione delle fiamme dipende inoltre dalla disposizione degli ugelli, che deve essere tale da garantire una uniforme distribuzione dell’estinguente e dall’arresto della ventilazione e dalla chiusura delle varie aperture, che devono avvenire simultaneamente all’azionamento del sistema.
Impianti a polvere chimica ad applicazione locale
Gli impianti a polvere chimica ad applicazione locale si distinguono in sistemi con punti di erogazione fissi e sistemi con punti di erogazione mobili (naspi – cannoni monitori). Nei sistemi ad applicazione locale con punti di erogazione fissi i getti di polvere sono indirizzati verso l’area o l’apparecchiatura dove si prevede possa verificarsi un incendio. In quelli del tipo mobili i getti vengono direttamente controllati dagli operatori antincendio.