Descrizione e Applicazioni

Gli impianti di spegnimento a gas chimico HFC-23 (FE 13 ®) – Trifluorometano (CHF³) sono da considerarsi dei sistemi a clean agent; la normativa che sovrintende all’impiego di questo estinguente é la NFPA 2001, l’ISO 14520-10 e la UNI 10877/10. A differenza del l’Halon 1301 che interveniva sull’incendio per via chimica, l’estinguente HFC-23 estingue il fuoco riducendo la temperatura della fiamma al di sotto del livello necessario per mantenere la combustione, in quanto riduce la concentrazione dell’ossigeno, ed incrementando la capacitá termica dell’aria.

Il principio di funzionamento del gas HFC-23 é quello della saturazione dell’ambiente (total flooding); questo sistema di funzionamento ha il grande vantaggio di non dover preoccuparsi dell’ubicazione dei materiali a rischio, né della loro conformazione perché, crea condizioni omogenee in tutto l’ambiente. Per effetto dei modi discendenti delle miscele di aria – agente estinguente é determinante indicare l’altezza massima alla quale si possono trovare i materiali combustibili oggetto della protezione.

Altro parametro essenziale é la valutazione del volume effettivo da proteggere, determinante per definire la quantitá di gas da impiegare. Le caratteristiche dell’ambiente da proteggere sono infatti fondamentali per una corretta progettazione dell’impianto, tanto che la normativa NFPA prevede espressamente il test di tenuta denominato Door Fan Integrity Test; la chiusura di tutte le aperture tramite serramenti automatici e soprattutto l’arresto immediato dei sistemi di ventilazione sono fondamentali per l’efficacia del sistema.

In particolari ambienti di dimensioni contenute dove sono presenti numerose aperture piú o meno sigillate, da dove puó uscire rapidamente il gas estinguente, é frequente l’utilizzo di sistemi a doppia scarica. Dopo la prima scarica, segue una scarica aggiuntiva di “mantenimento” che aggiunge il gas che viene perso attraverso le aperture in modo da mantenere la concentrazione sui parametri richiesti per lo spegnimento.

Per quanto riguarda i limiti di concentrazione ed esposizione delle persone al gas estinguente HFC-23 si applica quanto stabilito negli Stati Uniti dall’EPA (Environmental Protection Agency) e dal Protocollo di Reinhardt.

Per una valutazione della compatibilitá del gas HFC-23 con l’ambiente bisogna considerare l’interazione che il gas determina al contatto con la fiamma ed i conseguenti prodotti della decomposizione chimica. Il gas HFC-23 infatti al contatto con la fiamma ed il calore produce acido fluoridrico (HF) in quantitá variabili a secondo i parametri utilizzati per l’applicazione ed é pertanto consigliato l’adozione di autorespiratori per l’intervento in ambienti cosí protetti.

Il proliferare di nuovi estinguenti clean agent del tipo a gas Haloncarbons e a gas Inerti ha indotto lo standard NFPA 2001 a inserire un nuovo Protocollo di verifica della compatibilitá tossicologica denominato PBPK – Physiologically Based Pharmacokinetic model, che considera la concentrazione massima ammissibile nel sangue dell’agente estinguente e il tempo necessario per raggiungerla.

Questo estinguente é adatto alla protezione di ambienti a rischio di incendio di classe A contenenti materiali combustibili come legno, carta, materie plastiche, etc. Tipiche installazioni sono quelle a protezione di centri di elaborazione elettronica e di telecomunicazione e di apparecchiature o oggetti di valore elevato in musei o archivi.

In sintesi l’impianto di estinzione a gas HFC-23 é costituito da uno stoccaggio (bombole) sotto pressione collegato tramite valvole ad un sistema di tubi che lo portano a destinazione (collettore e tubazioni di distribuzione). All’estremitá di detti tubi vi sono degli ugelli attraverso i quali il gas si scarica sul vano o oggetto da proteggere.